InnoCore Challenge: partita la sfida all’innovazione in campo biotech
28 Marzo 2022

È iniziata lo scorso 16 maggio l’InnoCore Challenge, l’iniziativa l’iniziativa sviluppata nell’ambito del progetto InnoCore – “Core Technologies for Education and Innovation in Life Sciences”, che vede 25 studenti e studentesse delle Università di Trento e delle Università di Coimbra, Masarik-Brno e Granada sfidarsi nella ricerca di una soluzione ai problemi tecnologici, di business o legati alle attività di ricerca e sviluppo posti da 5 imprese operanti nel settore biomedico e delle biotecnologie: ChemICare srl, Dompè Farmaceutici, Exogenus Therapeutics, Nanogetic e Toxfinder.
Nei 2 mesi di lavoro i team di solver saranno affiancati da mentori esperti nel campo dell’innovazione sia dal punto di vista business che da un punto di vista più tecnico e scientifico del settore affiliati ai partner di progetto. Tra questi anche Davide Ederle, Technology Transfer Manager di HIT in ambito Biotech.
Le sfide proposte ai giovani talenti, 11 dei quali provengono dal Dipartimento di Biologia Cellulare, Computazionale e Integrata (CIBIO) dell’Università di Trento, contemplano progetti, attività di ricerca e sviluppo, iniziative innovative nell’ambito delle cinque aziende selezionate.
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Le sfide
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1°ChemICare srl
La sfida proposta è incentrata sullo sviluppo farmacologico di una piccola molecola (CIC-39) che potrebbe essere in grado di modificare l’attività dei SOCE patologici al fine ottimizzare il mantenimento dell’omeostasi del calcio cellulare e di specifici biomarcatori di malattia essenziali per la progettazione di trial clinici.
La NETosis è un processo in cui i neutrofili rilasciano una sostanza (NET) in grado di intrappolare gli agenti patogeni. Anche se si tratta di un processo fisiologico, negli ultimi anni si è scoperto che un’eccessiva formazione di NETs è associata a malattie autoimmuni e a problemi vascolari, in particolare su soggetti affetti da Covid-19.
L’obiettivo della challenge è analizzare, attraverso l’analisi bioinformatica e la biologia dei sistemi, i meccanismi che innescano la NETosis durante la progressione patologica.
Exo-101 è una soluzione arricchita di EV secrete dalle cellule mononucleate del sangue del cordone ombelicale. La sua applicazione terapeutica ha mostrato un potenziale uso per le malattie infiammatorie, in cui i macrofagi sono un driver chiave della patologia. Questa soluzione è infatti in grado di modulare l’attività cellulare verso un fenotipo più tollerante o immaturo, riducendo quindi l’infiammazione e stimolando la rigenerazione in diversi modelli di malattia.
La sfida è quindi valutare se queste EV possono resistere alle condizioni acide dello stomaco e ai vari enzimi del sistema digestivo, utilizzando modelli in vitro e in vivo e sfruttando tecniche di microscopia elettronica e microscopia in vivo.
Un grande problema nell’applicazione del nanosensing per la diagnostica è l’adsorbimento aspecifico di alcuni componenti biologici del campione del paziente da analizzare. Questo causa una riduzione della specificità, della riproducibilità e della sensibilità di molti metodi diagnostici basati sulle nanotecnologie.
L’azienda sta sviluppando una nanopiattaforma molto potente per l’isolamento e l’analisi di EVs da implementare per la diagnostica dei biomarcatori, ma questo sviluppo è complicato dall’adsorbimento non specifico sulla superficie dei nanodispositivi. La sfida è trovare un metodo per evitare questo adsorbimento.
L’allergia respiratoria alle sostanze chimiche a basso peso molecolare (LMW) è una malattia grave e irreversibile la cui incidenza è in forte aumento. Ad oggi non esiste un metodo convalidato per identificare queste sostanze chimiche.
La sfida è quindi contribuire all’istituzione di un percorso di Adverse Outcome che includa anche le conoscenze raccolte nello sviluppo di un approccio che integra dati in silico, in vitro e in chemico per identificare i sensibilizzanti respiratori LMW.
INFO:
innocore-project@uitn.it