HIT e la ricerca trentina alla BIO International Convention
17 Giugno 2022

Per la prima volta in tre anni, la Bio International Convention di San Diego, la principale fiera mondiale sulle biotecnologie, è tornata in presenza, registrando una presenza record: più di 20 mila partecipanti, 3000 espositori e oltre 100 conferenze dal 13 al 16 giugno. Un appuntamento immancabile per gli esperti e operatori delle Scienze della Vita, un settore di cui gli USA sono leader mondiali occupando il 58% del mercato con un fatturato di 137.6 miliardi nel 2021.
Nutrita la presenza italiana: la delegazione ICE (Italian Trade Agency), l’agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha portato a San Diego 25 partecipanti tra startup, aziende e cluster in rappresentanza del settore biotech. Tra questi anche Davide Ederle, technology transfer manager in ambito biotech di HIT e vicepresidente del Cluster Nazionale Scienze della Vita Alisei, che ha presentato il settore delle Life Sciences italiane e le opportunità offerte dal nostro Paese agli operatori internazionali.
Presenti al convegno anche altre progettualità nate dai laboratori del Dipartimento di Biologia Cellulare, Computazionale e Integrata – CIBIO dell’Università di Trento:
- Sibylla Biotech la startup ha sviluppato una piattaforma che rende possibile creare farmaci contro malattie al momento non curabili. Ideata grazie alla ricerca congiunta dell’Università degli Studi di Trento, dell’Università di Perugia, di Fondazione Telethon e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, la piattaforma di Sibylla Biotech permette di simulare la reazione tra molecole e scoprire nuove molecole destinate a diventare farmaci. Questo know-how, ideato e sviluppato dai soci fondatori e di cui l’interdisciplinarietà è la chiave vincente, è frutto di competenze che vanno dalla fisica subnucleare all’informatica, dalla farmacologia alla biologia cellulare. HIT ha accompagnato la startup nell’avvio di impresa, supportando l’Università di Trento nelle fasi di commercializzazione della tecnologia e favorendo il trasferimento dei risultati tecnico-scientifici dalla ricerca a potenziali investitori.
- Alia Therapeutics la startup ha sviluppato nuovi strumenti per l’editing genomico per la cura di malattie rare. Nata dalle ricerche condotte da Anna Cereseto, prof.ssa ordinaria di Biologia Molecolare, dal dottor Antonio Casini e dal dottor Gianluca Petriscon con lo scopo di migliorare il profilo di sicurezza e la veicolazione dei componenti molecolari per l’editing genomico, la startup è stata accompagnata nella fase di avvio imprenditoriale da HIT. Alia Therapeutics utilizza le tecnologie brevettate a sua disposizione per sviluppare approcci terapeutici first-in-class o best-in-class basati su CRISPR per il trattamento di malattie genetiche rare. L’obiettivo è quello di sviluppare nuove cure per patologie genetiche incurabili causate dalla mutazione di un singolo gene (ad esempio di tipo oculare o alcune tipologie di distrofie muscolari).
- Uno studio per il trattamento terapeutico delle cromotinopatie, malattie genetiche rare caratterizzate dalle mutazioni di geni codificanti per regolatori della cromatina, come la sindrome di Kabuki (K21,2), sindrome di Charge (CS) la sindrome Rubinstein-Taybi (RT) e la sindrome Cornelia de Lange (CdL). La ricerca è stata sviluppata grazie agli studi del prof. Alessio Zippo e del suo team di ricerca, con il contributo dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), l’Istituto Telethon di genetica e medicina (Tigem) di Pozzuoli (Napoli), l’Università di Napoli Federico II, l’Istituto di calcolo e reti ad alte prestazioni del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli (Cnr-Icar) e l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Lo studio apre a nuove prospettive nel campo delle malattie genetiche rare perché è riuscito a individuare come il nucleo delle cellule sia alterato nella struttura e nelle proprietà meccaniche. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Genetics.
- Una terapia a RNA per la cura delle malattie neurodegenerative ideata dalla prof.ssa Michela Denti insieme al suo team di ricerca, che lavora sull’RNA, l’acido ribonucleico che è coinvolto nei processi di decodifica, regolazione ed espressione dei geni. L’invenzione di Michela Denti e delle ricercatrici Giuseppina Covello e Kavitha Siva, consiste in una terapia molecolare a base di RNA per malattie neurodegenerative (denominate Taupatie), causate da anomalie di una precisa proteina e associata alla stabilità dei microtubuli e quindi al buon funzionamento di alcuni processi della memoria. Le molecole oggetto dell’invenzione si propongono di essere un approccio mirato per una demenza ereditaria precoce, che insorge entro i 60 anni di età, ma le applicazioni potrebbero riguardare varie patologie dovute ad alterazioni della proteina Tau. Esempi sono la malattia di Huntington, la distrofia miotonica, ma anche lo stesso morbo di Alzheimer.
- Un approccio innovativo contro alcuni tipi di tumori messo a punto dal prof. Alessandro Quattrone. La terapia, basata sull’uso di derivati antibiotici, è utile per il trattamento di tumori come glioblastoma, leucemia mieloide acuta, leucemia mieloide cronica, carcinoma ovarico epiteliale, adenocarcinoma duttale, melanoma, cancro al colon-retto, prostata, seno e polmoni. L’approccio si basa sulla combinazione delle streptogramine quinupristina/dalfopristina (Q/D), in quanto efficace nell’inibire la crescita delle cellule staminali di glioblastoma (GSC). Le GSC sono considerate responsabili dell’iniziazione, progressione e resistenza ai farmaci del tumore e dipendono dalla fosoforilazione ossidativa per il loro fabbisogno energetico.