Sibylla Biotech: nuovo round da 23 milioni di euro per la startup biotech
06 October 2022

Da una parte microscopi e provette. Dall’altra server e data center. Sono questi gli strumenti di lavoro di Sibylla Biotech. La startup – nata nel 2017 come spin-off delle Università di Trento e Perugia e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) – ha ricevuto un round di finanziamento da 23 milioni di euro. L’operazione vede un consorzio internazionale di investitori specializzati in scienze della vita guidato da V-Bio Ventures (Belgio) con la partecipazione di Indaco Venture Partners SGR, Seroba Life Sciences (Irlanda), 3B Future Health Fund (Lussemburgo), Claris Ventures (Italia), CDP Venture Capital (Italia), VI Partners (Svizzera) e Vertis SGR (Italia), quest’ultimo “seed investor” dell’azienda.
L’investimento verrà utilizzato per l’ulteriore sviluppo del protocollo innovativo denominato Pharmacological Protein Inactivation by Folding Intermediate Targeting (PPI-FIT) che fornisce l’accesso a una nuova classe di target farmacologici che compaiono transitoriamente durante il processo di ripiegamento delle proteine, e per far avanzare i programmi della sua pipeline attraverso la valutazione preclinica. PPI-FIT è la piattaforma proprietaria della stratup in grado di simulare al computer il percorso attraverso cui si formano le proteine nelle cellule, consentendo di identificare diverse piccole molecole che sopprimono l’espressione di proteine responsabili per gravi patologie classificate – secondo i criteri di ricerca farmacologica tradizionali – come “undruggable”, cioè impossibile da trattare.
«La novità rispetto alla farmacologia tradizionale – spiega Emiliano Biasini, cofondatore di Sibylla Biotech – è che le molecole che ora siamo in grado di sviluppare non si limitano a legarsi alle proteine per impedire loro di far insorgere la patologia. Fanno in modo, invece, che le stesse proteine che stanno diventando dannose siano distrutte dalla cellula prima di terminare la loro formazione».
“L’approccio innovativo di Sibylla ha già dimostrato di essere in grado di sbloccare una nuova categoria di bersagli, con il potenziale di tradurli in una robusta pipeline di candidati a piccole molecole per una gamma illimitata di indicazioni” sono le parole di Ward Capoen, Partner di V-Bio Ventures.
L’investimento sarà utilizzato per sviluppare nuovi farmaci innovativi, identificando nuove classi di bersagli molecolari e connesse terapie farmacologiche che danno speranza per il trattamento di malattie oggi incurabili.
L’idea imprenditoriale di Sibylla Biotech è nata dalle ricerche di Emiliano Biasini, professore associato dell’Università di Trento – Dipartimento CIBIO e scienziato dell’Istituto Telethon Dulbecco; e di Pietro Faccioli, professore associato dell’Università di Trento – Dipartimento di Fisica e membro permanente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Una storia di ricerca diventata impresa, anche grazie alla formazione e accompagnamento messi a disposizione dalla Fondazione Hub Innovazione Trentino, che ha seguito la startup nella fase di generazione dell’idea di impresa. Nel 2019 il team di Sibylla ha infatti frequentato il programma di accompagnamento imprenditoriale Bootstrap, oggi confluito nel programma di sistema a supporto delle startup chiamato Trentino Startup Valley, proposto da Fondazione HIT e Trentino Sviluppo.