Dati satellitari e rilevamenti a terra, quali vantaggi nella gestione del rischio agricolo?
21 Giugno 2022

La Politica Agricola Comune (PAC) ha dedicato negli ultimi sette anni risorse finanziarie importanti al capitolo della Gestione del Rischio ma la prossima PAC, che partirà il primo gennaio 2023, aumenterà notevolmente tali risorse portandole a 3,1 miliardi di euro. Un segnale importante che punta in maniera decisa ad allargare la platea di aziende che intraprendono un percorso virtuoso nella Gestione del Rischio a 360 gradi, verso una nuova visione dell’aiuto, che passa dal concetto di contributo diretto a contributo a performance.
Questo l’argomento a cui è stata dedicata la quarta edizione del Festival Agri Risk Management tenutosi a Riva del Garda dal 17 al 18 giugno 2022.
Al tema, nel solco della trasformazione digitale e tecnologica, è stato dato ampio spazio durante la tavola rotonda moderata da Andrea Sartori, direttore operativo di HIT, intitolata “Potenzialità nell’utilizzo di satelliti e rilevamento da terra”.
Tra gli ospiti della tavola rotonda: Manfred Pechlaner (Condifesa Bolzano), Livio Rossi (e-GEOS), Andrea Faustini (Cavit s.c.), Mariapina Castelli (Eurac Research), Lorenzo Belcapo (CONFEDERAZIONE NAZIONALE COLDIRETTI), Fabio Volpe (e-GEOS), Cesare Furlanello (HK3 Lab).
Dal confronto è emerso che le nuove tecnologie di produzione e trattamento delle immagini costituiscono un potenziale punto di svolta nel monitoraggio della PAC e offrono dati, informazioni e quindi potenziali vantaggi per gli agricoltori e l’ambiente. Tali tecnologie sono infatti in grado di far fronte alle principali problematiche del settore – lo stress idrico, termico e climatico e gli agenti patogeni – in quanto permettono di monitorare la vegetazione, di ottenere informazioni indirette sulle caratteristiche fisico-chimiche del suolo, di disporre di informazioni sulla morfologia degli appezzamenti e di dati meteo in tempo reale. Ciò consente di scegliere il migliore intervento agronomico, in grado di aumentare la salute delle coltivazioni e la qualità del prodotto, riducendo contemporaneamente perdite e impatto ambientale.
Si tratta di una presa di coscienza a livello di gestione che il Trentino sta affrontando con successo, ammodernando le pratiche agricole, introducendo sistemi di produzione smart e digitalizzando i propri sistemi di monitoraggio. Sfide che è in grado di portare avanti grazie al forte grado di collaborazione tra università, centri di ricerca e aziende agricole.
Ad esser presentati in occasione del confronto anche gli esempi di due startup trentine, entrambe ammesse alla fase di Validation di Trentino Startup Valley, il percorso di accompagnamento per idee d’impresa altamente innovative di HIT e Trentino Sviluppo:
- FarmerEye, idea imprenditoriale opera di Gabriele Franch, ricercatore presso la Fondazione Bruno Kessler,, Luca Coviello, PhD in intelligenza artificiale per l’agrifood all’Università di Trento e Vincenzo Carracciolo, sviluppatore ed esperto informatico laureato nella stessa università, che permette il monitoraggio della crescita delle colture e la previsione di malattie e raccolto attraverso l’utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale, immagini satellitari e dati ambientali, al fine di migliorare qualità e quantità del prodotto finale e abbattere lo spreco di risorse.
- Vardeema è un servizio per il mondo agricolo basato su una fotocamera e un set di sensori ambientali. Attraverso funzioni avanzate di intelligenza artificiale è in grado di riconoscere gli stati vegetativi e la presenza di malattie della vite. Il progetto imprenditoriale è opera di quattro giovani, specializzati nell’IoT, nell’Industry 4.0 e nell’agricoltura di precisione, che hanno scelto di fondare la propria startup in Trentino perché affascinati dal territorio e attratti dalle sue grandi risorse: centri di ricerca all’avanguardia ed una grande predisposizione all’innovazione e alla tecnologia.